Come cani selvaggi by Ian Rankin

Come cani selvaggi by Ian Rankin

autore:Ian Rankin [Rankin, Ian]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
editore: Longanesi
pubblicato: 2016-06-08T22:00:00+00:00


«Una volta», disse Fox mentre bevevano in soggiorno, «non mi avrebbe fatto neanche entrare da quella porta.»

«E non è passato neppure tanto tempo», concordò Rebus, sistemandosi sulla poltrona. Fox aveva scelto il divano, ma poi si alzò per esaminare lo stereo, accovacciandosi per vedere i vinili.

«Ormai molta di questa roba è da collezionisti», commentò. «Se solo fosse tenuta meglio...»

«Cos’è, di colpo è diventato un esperto?»

«Si sa che la mia specialità è passare le serate su eBay.» Si rialzò e tornò sul divano, appoggiando la tazza sul tappeto.

«Il caffè non è all’altezza dei suoi standard?»

«A dire il vero, sono già abbastanza nervoso così.»

«E perché?»

«Ricorda quello che le ho detto di Beth Hastie, che non era al suo posto quando Dennis Stark è uscito a notte fonda?»

«Sì.»

«Be’, ho accennato al suo vecchio amico Alec Bell che la sua versione mi sembrava falsa. Provi a immaginare come ha reagito.»

«Immagino che sia andato a dirglielo.» Rebus si accese una sigaretta e si allungò sulla poltrona, soffiando il fumo verso il soffitto scolorito. «Posso fumare, se questo è il mio ufficio? Cosa dice la legge?»

«Fatto sta che Hastie viene sotto casa mia, incazzata come una biscia», continuò Fox. «E, prima di andarsene, mi molla una ginocchiata nelle palle.»

Rebus espresse la propria solidarietà con una smorfia.

«Alec Bell in pratica ha dovuto trascinarla via.»

«Non ha molta fortuna di questi tempi, Malcolm.»

«No», dovette ammettere Fox. «Posso esporle una mia teoria.»

«Pensa che sia stata la squadra di Compston a uccidere Dennis Stark?»

«È così inverosimile?»

«Nella mia carriera ho visto cose molto più bizzarre.»

«E quindi cosa devo fare?»

«Trovi delle prove inconfutabili. Altrimenti faccia parlare uno di loro. Pensa di poterci riuscire?»

«Lei pensa di no?» scattò Fox.

«Penso che non abbia la lucidità necessaria. Prima Alec Bell vede che la menano e non alza un dito, poi Beth Hastie se la prende con il suo apparato riproduttivo. L’ha ammesso anche lei che è nervoso. Va bene così, vuol dire che l’energia è in circolo. Ma da lei uno si aspetta razionalità. Seguire le emozioni significa giocare su un terreno che non è il suo.»

«Mi sta dicendo di lasciar perdere?»

«Le sto dicendo di fare un passo indietro. L’unica cosa che sa è che la Hastie ha mentito al suo capo. Non sa se questo significhi qualcosa. Magari stava trombando Alec Bell o era andata a farsi un pisolino.»

«A me sembra strano che sia successo proprio mentre Stark veniva ucciso.»

«Posso essere d’accordo. Prima però stava dicendo un’altra cosa: che la Hastie era lì e che magari l’ha fatto fuori lei. Giusto? La pensa così? Mi sta dicendo che non ha mentito a Compston, ha solo mentito a lei davanti a lui, perché dovevano propinarle quella balla?»

«Forse.» Non sapendo che altro fare, Fox alzò la tazza.

«Alec Bell e io non siamo amici», precisò Fox. «L’ho conosciuto per poco tempo molti anni fa. Non verrà certo a confidarsi con me.»

«Però l’ha fatto. Le ha parlato dell’infiltrato.»

«Solo per dimostrarci quanto era diventato importante. Non credo che lo rifarà, soprattutto ora che c’è di mezzo un omicidio.»

«Già.» Fox bevve un sorso di caffè, cercando di nascondere la delusione.



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